sabato 10 gennaio 2015

Acqua

Sono scaramantica, nonostante tutto.
Il tempo passa e il cuore spesso si inaridisce, ma quando trovi l'acqua fai ben attenzione a non berla tutta, subito. Sorseggi, qualche volta ti senti in colpa quando la senti scorrere in gola, eppure sai che presto toccherà bere ancora per sopravvivere.
Rischi di rimanere senza nonostante tutti gli sforzi, o magari scopri quando è troppo tardi che quello da cui hai attinto era un pozzo avvelenato. 
Fa niente, non saresti sopravvissuta in ogni caso. Almeno ci hai provato.

Se già ci apparteniamo poi, dopo che succede?
vorrei scavarti l'anima, raccontarti che si vede.
Non voglio dalla vita una storia qualunque,
ho fatto un paio di progetti,chissà se basta.
Comunque ti chiamerò dal traffico, in coda in tangenziale,
per ingannare il tempo.. se si potesse fare.
Questa città è più grande per chi non sa sognare, e a mezzanotte il bar in piazza sembra un astronave.
E' questo che vuoi, Anna? E' questo che vuoi, Anna?
Se già ci apparteniamo, se già ti porto dentro,
che differenza fa un appartamento in centro?
Ti ho vista consumarti fino a diventare polvere.
Lo so che vuoi lasciarmi perché non lo sai nascondere.
Prova a fidarti di me.. cosa ci manca? è questo che vuoi, questo che vuoi, è questo che vuoi,questo che vuoi, Anna?
Anna.. Anna..
Resto dell'idea che a sedici anni non sai quello che hai davanti,
figuriamoci se amarsi non è facile a trent'anni.
Dimmi tu cosa hai preso e io che cosa posso darti
se non sai tornare indietro, prova a cancellarmi e prova a dire ancora una parola prima di sparire.
Porta via il passato perché ora ti potrà servire, è questo che vuoi, questo che vuoi.. è questo che vuoi.. questo che vuoi, Anna? Anna
Non sei più Anna, Anna..

(Cesare Cremonini) 



venerdì 26 dicembre 2014

Clara Who - Season 8: Disappointment

Come molti della mia generazione sono orgogliosa di avere una parte nerd molto sviluppata. Praticamente è un'estensione di me stessa ed è sempre meraviglioso vedere quanto la gente, spesso, non sospetti fino a che punto questo condizioni la vita stessa.

Ho più di una fissa, ma come ripetuto, quella che forse primeggia è l' adorazione totale per le serie tv che, negli ultimi anni, hanno iniziato ad essere prese seriamente anche qui in Italia.

Non sono razzista per quanto riguarda la loro visione, non inizialmente almeno: ho sempre cercato di provare a guardare il promo episodio anche di cose che generalmente avrei evitato come la peste, perché in effetti molte volte è possibile sviluppare argomenti triti e ritriti in modi del tutto innovativi e quindi perché non buttarsi?

Fino a un paio di anni fa però non avevo un vero punto di riferimento, una stella nel firmamento, a ossessionarmi come si deve: ho passato diverse fasi di perdita di controllo con serie come Misfits, AHS, Heroes e Hannibal, mai niente però ha eguagliato e eguaglierà quello che sento per una delle serie cardine dell'intera razza umana: l'inglesissimo Doctor Who.

Proprio come la luce alla fine del tunnel, DW è stato il mio sole. Qualcosa di inaspettatamente meraviglioso, ma questo l'ho già ripetuto fino alla nausea.
Oggi, qui, scrivo per qualcosa di meno piacevole, ossia sputare veleno su questa maledetta ottava (nuova) stagione.

Non so, davvero, come si possa trovare piacere a vedere un'intera stagione dove il Dottore fa da personaggio secondario e Clara la fa da padrone. Tanto per beffarsi della rabbia di chi come me ne prova tanta, l'ultimo episodio di questa ultima serie vede Clara come protagonista anche nella sigla, con il nome della Coleman che compare prima di Capaldi.
Strepitoso, è stata proprio la ciliegina sulla torta.

Un'intera stagione che ruota intorno ai drammi di Clara, dove conosciamo ogni angolo della sua casa, del suo guardaroba, della sua scuola. Acciderba, dodici puntate in cui il Dottore a stento emerge: che sia una strategia per ammazzarci tutti di noia? O forse, ancora una volta, Moffat non aveva idea di dove andare a parare e si è nascosto dietro un personaggio sciatto come quello di Clara?
A suo tempo pensavo che Marta fosse insensata, ma adesso giuro che pagherei per avere lei.

Inutile che legga i riferimenti geniali che Moffino Moffuccio ha fatto nei diversi episodi, tutte le chiacchiere, gli oggettini... sono solo contentini. Stupidi e poco gratificanti.

Una stagione da cestinare tutta, dall'inizio alla fine. L'unico passaggio interessante si trova alla fine di Listen, in cui troviamo un nanosecondo dell'infanzia del dottore. Peccato che anche qui la protagonista non sia un giovane e non ancora Dottore ma sempre Clara. Da suicidio.

Le trame stesse degli episodi, anche nei casi in cui valgano, vengono brutalmente macchiate dalle continue chiacchiere della companion, che parla, parla, critica, parla, parla e parla. Poi critica. Fino a quando, operando come il Dottore, si rende conto di quello che vuol dire essere l'ultimo dei Signori del Tempo e fiera, impettita, dichiara di essere un ottimo Dottore.

Clara Who.

La trama dell'intera stagione... no, aspettate, non c'è una trama. Se non consideriamo che alla fine di qualche episodio fa capolino uno strano personaggio che dice cose senza senso, avvolto in un noioso mistero... che alla dodicesima puntata si rivela per chi realmente è: The Master.

Oh. Nessuno, e proprio nessuno, se l'era immaginato. Sorpresona ona ona eh.

Mavattelapesca.

Una delusione così non la ho provata neppure per la seconda metà della settima stagione, o per l'anniversario dei 50 anni.

Lì avevamo la consolazione di trovare Smith e ritrovare Tennant. Mi spiace quindi per Peter Capaldi che, come dottore, non è male: peccato non si possa dire molto di più, perchè di questa rigenerazione si è visto molto poco. Non gli piacciono gli abbracci. E' scontroso e burbero. Ricorda un po' First, soprattutto quando corre e ansima ed è l'unica cosa simpatica che mi viene in mente al momento.

No, ce n'è un'altra: la citazione, l'unica, che forse passerà negli annali (triste che sia solo una per un'intera stagione quando Smith e Tennant ne hanno collezionate a decine):

Don't be lasagne!

Ci farò una bella maglia.










lunedì 10 novembre 2014

Interstellar

Ovviamente non potevo non andare a vederlo, vista la mia enorme passione per il genere futuristico. E per Nolan, of course.
Non sono una fan storica del regista, ma dopo la trilogia del Cavaliere Oscuro mi sono messa di impegno e ho cercato di recuperare le enormi lacune che avevo nella mia scarsa cultura cinematografica e, seguendo il corso naturale degli eventi, sono scivolata al cinema con tanto di panino, noccioline e bibite, preparata alle tre ore di film che, a conti fatti, sono passate senza fatica alcuna.

Magistrale Nolan e magistrale il cast. Inutile dire quando Matthew Mcconaughey sia stato calzante ed espressivo, perché pensare il contrario sarebbe contro natura. Un film di spessore, nonostante il genere sia malamente ed erroneamente visto come il decorso naturale del fantasy, e quindi il cast non poteva essere da meno. Anne Hathaway, bellissima, pulita e incisiva. Michael Caine, uno degli attori feticcio di Nolan, ci ha spezzato il cuore non la sua ultima scena. O meglio, più che spezzarcelo, ha contibuito a scheggiarlo, perché in Interstellar non c'è modo di prendere fiato: proprio come Nolan comanda, l'ansia la fa da padrone e si trattiene il fiato fino alla fine.
Fosse mai che poi ti rilassi troppo, mannaggia.

Insomma, poco da aggiungere: devo ancora metabolizzare bene il capolavoro a cui ho assistito e, nonostante le tre ore, non vedo l'ora di poterlo rivedere. Magari organizzando una bella maratona dedicata al regista, così da non alzarsi più dalla poltrona per almeno una settimana.


 

giovedì 30 ottobre 2014

Il Giovane Favoloso

Come praticamente chiunque negli ultimi mesi, anche io devo scrivere una recensione sul film di Mario Martone: lo faccio perché la mia latente ossessione per Giacomo Leopardi è fuoriuscita da tutti i pori e adesso rischio di non contenerla più come un tempo.

Ho sempre amato la letteratura italiana, un po' perchè la mia passione per le lettere mi ha sempre aiutata a coltivare quella per la scrittura e un po' perchè, fortunatamente, la mia professoressa di letteratura latina e italiana al liceo aveva le contropalle.

Come tutti ho un ricordo indelebile di Leopardi: chi non conosce, se pur a grandi linee, la storia della sua gobba? Nella vita di uno stundente sei costretto ad imbatterti ripetutamente in autori che, alla fine del ciclo scolastico, conosci meglio di tua sorella, anche solo per sentito dire.

Dante, Petrarca, Boccaccio, Manzoni, Verga, D'Annunzio. Alcuni nomi fra le dozzine che studiamo. E in mezzo a loro, proprio dopo che metti la testa fuori da un pensiero ossessivo per la Donna Angelo, ballate e sonetti, dopo il complesso quanto fugace studio di Alfieri, in linea di massima arriviamo a lui. Lo riconosciamo perchè ogni autore è caratterizzao da un colore lungo il bordo della pagina e il suo lascia intendere che le pagine siano molte. Apriamo la pagina dell'Autore ed ecco che c'è il solito ritratto, (meno affascinante se è il primo, più godibile se è il secondo) di questo giovane vent'enne la cui prima notizia che conosciamo è che aveva la gobba. Era storpio, bruttarello, triste, incazzato, ce l'aveva con 'sta Natura, era maliconico e, sicuramente, scriveva proprio tanto.
Inizia così il lungo, complesso e difficile rapporto con Giacomo Leopardi e non è da sottovalutare, perché nonostante nel percoso scolastico sia, come qualsiasi altro autore, solo qualcuno che deve essere studiato perché la proff. ti interroga dopo, ho visto nella sala cinematografica (o meglio nelle sale, avendolo visto due volte) un pubblico che abbracciava veramente ogni età.

Ed è stato quello il momento in cui ho capito che, nonostante Giacomino abbia regalato anche a noi uno Studio Matto e Disperato, ci ha lasciato anche un grande amore. Sì, perchè nonostante le lamentele di quando hai quattordici anni, o diciassette, su quanta roba abbia scritto, alla fine nessuno ha resistito alla tentazione di andare a dare uno sguardo a quello che c'era dietro quelle poche pagine del libro di testo.

Sul film, nessun commento anche solo lontanamente negativo. Ho trovate qualche recensione poco gradita per il web, e pur (non) rispettando ogni opinione, non riesco proprio a capire come si possa dire male di un film così. Il progetto è stato a dir poco ben riuscito: la vita di Leopardi narrata con semplicità tale da entrarti nelle ossa e pur saltando alcuni passaggi e fatti anche rilevanti nella sua vita, quello che è stato mostrato basta a farti ubriacare della sua poesia e della sua persona.



Ho portato mia sorella di quindici anni a vederlo e ne è rimasta soddisfatta: è bastata qualche scena per farle capire che dietro i testi che le fanno analizzare c'era soltanto un giovane che amava scrivere e amava la vita. Un genio di vent'anni che parlava sei lingue, aveva studiato gran parte della vastissima biblioteca del padre Monaldo e si interrogava sulla vita.

Giacomo Leopardi è uno dei poeti e scrittori che amo più di tutti, uno di quelli che ti lasciano dentro il cuore una tenerezza e un ardore che ti accompagna per tutta la vita.

Elio Germano è stato sublime, credibile anche nei vent'anni del Poeta: ho letto che una delle preoccupazioni era proprio il passaggio d'età, ipotizzando anche di cedere la parte di Leopardi da giovane ad un altro attore ma son ben lieta che alla fine Germano abbia avuto tutto il pacco.
Vederlo, ma soprattutto ascoltarlo, mentre recita le poesie è stata forse la cosa che più amo di questo film.



In sintesi più che una recensione è stato un momento di sfogo non del tutto lucido e molto sconnesso. Ma questo perchè pensando a Giacomo Leopardi mi si accende solo una grande e poco lucida sensazione di amore e la logica sparisce.

Credo che infondo sia per tutti così: è stato come riuscire a vedere la vita di un vecchio amico di penna, qualcuno di cui tutti sentiamo parlare ma che realmente non abbiamo mai potuto conoscere.




. XIII - LA SERA DEL DÌ DI FESTA .  

    Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai nè pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da' trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già, ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.





venerdì 10 ottobre 2014

Movimento "Giudica anche tu un libro dalla copertina!".

Blog pieni zeppi di recensioni su romanzi fantasy, sci-fi, romance, tutti insipidi e con personaggi che hanno da poco messo gli ultimi denti: STOP.

La mia filosofia, da sempre, mi ha reso la vita splendidamente poco oggettiva e molto di parte: guardo la copertina, leggo il titolo, leggo l'incipit e se tutto questo mi fa venire il latte alle ginocchia sputo veleno e lascio che questo corroda l'aria intorno a me.

Si dice che un libro non vada giudicato dalla copertina, ma quando vedo una sirena truccata, un vampiro con gli addominali, una bella strega/fata/cyborg gnocchera stesa su un altare o qualsiasi altra brutta immagine priva di senso allora beh, il campanello nella zona cinica della mia testa inizia a fare un grande rumore. Difficilmente una copertina così anticipa un buon romanzo.

Se penso a tutti i bei libri che ho letto in vita mia, nessuno ha la copertina che sembra uscita dal cestino del Lucca Comics&Games, con tutto il rispetto per le brutte bozze degli autori. Perfino la prima e bellissima edizione di una saga come Harry Potter (bei tempi quando ci eravamo fermati lì) aveva buon gusto.
Martin per esempio ha delle copertine semplici, nessuna di loro mostra Daenerys mezza nuda su un drago o Snow che impugna la sua spada. Sì con doppio senso, avete capito bene.

Quindi credo proprio che resterò fedele al mio Movimento:

GIUDICA ANCHE TU UN LIBRO DALLA COPERTINA!


martedì 16 settembre 2014

Cinema Time

Avrei voglia di... cinema. Un bel film, pop corn, Coca Cola, frullato, caramelle, patatine, cioccolata e poltrona reclinabile. Mal di pancia e lacrime.

Ho tre film in lista: l'addio, lo spezza anime e il passatempo.

L'Addio non poteva che essere Si Alza il Vento, del maestro Hayao Miyazaki. La sua ultima opera rappresenta anche il suo saluto, dignitoso e meritevole di rispetto. Ci mancherà, certamente, ma vero è anche che basterà ritornare a guardare i suoi capolavori per riempire quel vuoto lasciato dalla malinconia.



Lo Spezza Anime è per me, in questo caso, Le Due Vie del Destino, con Nicole Kidman e Colin Firth per cui, dai tempi di Orgoglio e Pregiudizio*, ho un'eterna cotta che brucia come il rubino di Melisandre**.



E per ultimo, proprio per coronare quello che scrivevo in un post precedente, uno Sci - Fi da distrazione, con un tema ridondante, ma qualche stella nel cast: il Passatemo, The Giver. Niente di imperdibile, ma dopo tanta astinenza da cinema potrebbe andare anche bene per passare un paio d'ore.




L'estate ci costringe, specialmente in una piccola città come la mia, a rinunciare al cinema: a Settembre quindi sono in debito di ore ed ore di sala, aspetto quindi con ansia di poter fare una bella scorpacciata. Magari tutti e tre in una sola sera.





*


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martedì 24 giugno 2014

Spendi e Spandi


Sono in preda alla smania da shIpping. Non ho mai avuto una grande passione per lo spendi e spandi, forse perché non ho ma avuto liquidi con la quale annaffiare i giardini dell'economia. Adesso però che sono in possesso di una fiammante carta prepagata e di una casa tutta mia sarebbe bello comprare in giro per il vasto mondo tante di quelle stronzate da fare perdere tutti i glitter ad Edward Cullen.
In più, anche se lo dimostro poco, sono pur sempre in possesso di ovaie e quindi per mia natura mi lascio attrarre da collane, orecchini ed anelli e su Etsy è così facile trovarne di Doctor Who e Sherlock Holmes che potrei anche spendere tutto il mio poco denaro in bigotteria simile.
Il meraviglioso mondo del web riuscirebbe a spogliare qualsiasi persona, non c'è bisogno certo che lo dica a voi.
Mi è venuta anche l'idea di abbonarmi allo Strand Magazine e al Doctor Who Megazine, ma dovrei mettermi a tavolino e fare due conti, perché è rischioso: finirei per morire seppellita dalla carta, mi ritroverebbero seduta sulla poltrona, circondata da riviste, con la bava alla bocca. Morta d'infarto, probabilmente.
E poi, ultima e assolutamente fondamentale fra i miei ancora insoddisfatti desideri: la libreria. Ho bisogno fisicamente di una libreria, un posto dove mettere tutti quei romanzi letti, ancora da leggere e che mai leggerò. Loro devono esserci, devono avere il loro posto, devono trovare pace e armonia. E soprattutto devono essere ammirati, in tutto il loro meraviglioso mondo di parole.

Avrei anche bisogno di un altare sulla quale sistemare il Mammut di Sherlock Holmes: aggiungerei candele colorate, la Union Flag / Jack – così evitiamo la diatriba storica - e God Save the Queen in sottofondo, per rimanere sobri.